Concessioni balneari: le novità a seguito del DDL concorrenza

Per il Disegno di Legge Concorrenza, presentato in Parlamento al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che si inserisce all’interno del programma Next Generation EU), i prossimi giorni saranno cruciali in vista della definiva approvazione alla Camera dei Deputati e al Senato.
Tra i principali temi di cui si occupa il D.D.L. Concorrenza vi è la riforma della disciplina delle concessioni balneari, che rientra tra le riforme che il Governo intende attuare (vi sono anche liberalizzazione del trasporto pubblico non di linea [taxi], lo stop alle procedure ad evidenza pubblica nel settore dei trasporti locali).
Occorre ricordare che il settore delle concessioni balneari ha subìto una forte spinta ad una generale riforma a seguito della sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 18/2021, che ha di fatto smantellato la proroga automatica delle concessioni oltre il 31 dicembre 2023 (termine prorogabile solamente fino al 31 dicembre 2023).
Tra le principali modifiche in tema di concessioni balneari vi sono:
– Proroga al 31 dicembre 2023, e comunque non oltre il 31 dicembre 2024, delle concessioni balneari;
– Delega al governo per l’adozione dei decreti legislativi per il riordino e la semplificazione della disciplina in materia di concessioni balneari;
Si prevede, quindi, la cessazione – senza alcun ulteriore effetto – delle concessioni balneari di cui sono attualmente titolari le imprese che svolgono attività turistica-ricettiva.

Pertanto, una volta approvato il testo definitivo del progetto di legge, a seguito dell’adozione del decreto legislativo – cui seguiranno i decreti attuativi – sarà compito delle Amministrazioni attuare le disposizioni ivi contenute.
Ma cosa dovranno fare i gestori di stabilimenti balneari per continuare a esercitare l’attività imprenditoriale?
Vediamo insieme le novità della riforma e le ragioni del no degli operatori del settore.
Un primo importante risvolto sarà lo svolgimento da parte della P.A. (in particolare, i Comuni) di procedure ad evidenza pubblica, che dovranno comunque tener conto degli investimenti già effettuati dagli operatori privati: una volta pubblicati i bandi di gara, gli imprenditori dovranno presentare regolare domanda di partecipazione corredata dalla documentazione richiesta dall’Amministrazione.
Inoltre, la P.A. dovrà – nel rispetto dei principi di imparzialità, non discriminazione e parità di trattamento – garantire la massima partecipazione alla procedura selettiva, garantendo l’informazione dell’avvio della procedura con congruo anticipo.
Quelle sopra riportate sono le principali indicazioni espresse dal legislatore.
Il Governo dovrà ora affrontare la problematica di eventuali indennizzi per gli operatori che hanno effettuato importanti investimenti.
La questione è spinosa, dato che gli operatori del settore, facendo affidamento sulla concessione pro futuro (in precedenza la durata della concessione era di sei anni), potrebbero ritrovarsi a subire un pregiudizio economico per gli investimenti già effettuati.
Roma, 27 luglio 2022.
Avv. Valerio Impellizzeri

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